martedì 11 giugno 2019

Festa di S. Antonio di Padova 2019 - Basilica Santuario S. Antonio-Via C. Farini 10 Milano


SANT'ANTONIO E L'EUCARESTIA

Antonio di Padova non è ella cerchia degli amici, compagni, collaboratori di Francesco d'Assisi.
Eppure Antonio visse il francescanesimo delle origini con una adesione piena, con una docilità assoluta. Di Francesco seppe cogliere, assieme a tanti Frati Minori, la sostanza della vita e della spiritualità con una sequela semplice e anche dotta: la vera cultura può essere rischiarata dalla fede e così diventa pienezza di vita.
Nell'eremo di Monte Paolo, nei pressi di Forlì, aveva solo due libri: il Vangelo e la Regola. Nel primo capitolo della Regola, Francesco dice: "La Regola e la vita dei Frati minori è questa: cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Frate Francesco promette obbedienza alla Chiesa..."
Anche Antonio, che a memoria conosceva il Vangelo, è rimasto affascinato dall'umiltà, povertà del Figlio di Dio che, da ricco che era, si fece povero prendendo carne umana. Gesù uomo si umiliò facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. Per questo Dio l'ha esaltato nella gloria (cfr Filippesi 2,5-11).
Questa umiltà del Figlio di Dio è colta nella spiritualità francescana in particolare nel mistero dell'Incarnazione: il Natale del Signore è la festa delle feste. E' colta nel mistero della Croce, nella Pasqua di Morte e Risurrezione. E' colta nel mistero dell'Eucaristia.
In queste note voglio mettere in evidenza come l'Eucaristia nella spiritualità di Francesco e nella vita di Antonio di Padova è tenuta in grande considerazione. Solo due pensieri di S. Francesco: "Udite, fratelli: se la Beata Vergine Maria è così onorata perché lo porto nel suo santissimo seno, se il Battista tremò di gioia, se è venerato il sepolcro nel quale egli giacque, quanto deve essere degno colui che accoglie nelle proprie mani e riceve nel cuore e con la bocca il Corpo di Cristo... L'umanità trepidi, l'universo intero tremi e il cielo esulti quando sull'altare nelle mani del sacerdote è il Cristo, Figlio del Dio vivo... Oh umiltà sublime, oh sublimità umile da nascondersi per la nostra salvezza in poca apparenza di pane! Guardate l'umiltà di Dio, umiliatevi anche voi perché egli vi ascolti" (FF 220-221).
Il secondo punto che cito è tolto dalle Fonti Francescane al n° 207.
"Niente abbiamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo , se non il Corpo e il Sangue, i nomi e le parole mediante i quali fummo assolti e redenti da morte a vita...
E ovunque il santissimo Corpo del Signore nostro Gesù Cristo sarà stato senza decoro collocato e lasciato, sia tolto e di là sia posto e custodito in un luogo prezioso".
L'Eucaristia è il cuore della Chiesa, è il dono più prezioso che le fa vivere la presenza non solo spirituale, ma anche corporale del Signore. La spiritualità francescana è una spiritualità che vive della Parola e dell'Eucaristia celebrata e adorata. Dal tempo di Francesco e di Antonio di Padova il Santissimo Sacramento ha avuto sempre più onore e adorazione. S. Francesco per umiltà non accetta di diventare sacerdote, Antonio quand'era ancora agostiniano riceve l'ordinazione presbiterale.
Antonio celebrava la santa Messa come lo sa fare un santo e parlava nella sua predicazione dell'Eucaristia come lo sa fare un vero innamorato. L'adorazione dell'Eucaristia lo teneva in ginocchio per parecchie ore. Gesù era la sua consolazione, la sua forza. Le sapienti parole della sua predicazione erano frutto dello studio della Parola, ma l'unzione del discorso e l'efficacia su chi lo ascoltava erano date dl cuore della forza che Gesù Eucaristia dava al predicatore e all'ascoltatore. Il suo parlare della confessione e della comunione portava frutti di conversione e di vita cristiana.
Non sempre e non da tutti la predicazione di Antonio era accettata e accolta, a tanti non era gradita. Tanti pendevano dalle sue labbra, tanti lo ignoravano o lo sfidavano.
Due episodi della vita accaduti a Rimini sono emblematici. Antonio, deluso che nessuno era andato alla sua predica, va in riva al mare a predicare ai pesci che numerosissimi si sono avvicinati a lui. La predicazione ai pesci rimane così un fioretto molto bello nella vita del santo.
Un eretico non credeva nella presenza reale di Gesù nell'Eucaristia e sfida il predicatore Antonio: "Io crederò che Cristo sia veramente presente nell'Ostia consacrata, se vedrò la mia mula in ginocchio davanti all'ostensorio". Il santo accettò la sfida tanto era convinto della sua fede in Gesù vivo nel Pane consacrato. Il povero giumento fu tenuto a digiuno per tre giorni e al momento e luogo convenuti, Antonio si fece avanti con l'ostensorio e l'eretico con la sua vacillante mula che, benché sfinita dalla fame, trascurò l'appetitosa biada che gli offriva il padrone e si inginocchiò davanti al Santissimo Sacramento. Tutti rimasero stupiti e anche l'eretico sentitosi sconfitto, si pentì, si umiliò, chiese perdono e iniziò a credere. Il suo cuore cambiò. La rabbia e l'orgoglio di prima si trasformarono nella fede in Gesù Eucaristia, consolazione per il cuore che crede e ama.
Sant'Antonio invita anche noi a piegare  le ginocchia al Corpo di Cristo conservato nel tabernacolo, non possiamo passare con indifferenza davanti ad esso. Quando si va in chiesa prima ci si inginocchia davanti al Signore, poi ci si può rivolgere alla Madonna, ai santi.
Chissà quante volte Antonio di Padova avrà ricordato nella sua predicazione questo modo di fare per dirci ed essere cristiani. E' giusto cogliere l'insegnamento del Santo e della Chiesa per avere maggior certezza di essere aiutati da sant'Antonio quando, per sua intercessione, chiediamo al signore qualche grazia. Non è Antonio che fa miracoli o grazie, ma il Signore supplicato dalla nostra preghiera e dalla mediazione del Santo tanto caro a Dio e tanto invocato dai cristiani e anche da uomini e donne di altre fedi.
fr. Giambattista Casonato, ofm
Tratto da Sant'Antonio
BOLLETTINO DEL SANTUARIO
 DI SANT'ANTONIO DA PADOVA
N.2 GIUGNO 2019
(in distribuzione presso il santuario)

Processione con la Comunità Cattolica dello Sri Lanka