L'aula. L'interno a nave unica, ma con spazi laterali nati dalla divaricazione dei fianchi a cui si appoggiano tre cappelle per ogni lato, riprende i due ordini della facciata:
- nel primo, le pareti sono scandite da semicolonne architravate che inquadrano archi su pennacchi e gli spazi sono ornati con angioletti che reggono festoni.
- nel secondo è stato ricavato un matroneo le cui tribune guardano sull'interno attraverso otto leggere ed eleganti bifore, sormontate da oculi che immettono luce.
Le decorazioni e le pitture del soffitto, con otto episodi della vita di sant'Antonio si devono al pennello di Attilio Andreoli (1877 - 1950).
Il presbitero e l'abside. Lo sguardo è subito attratto dalla grande statua di sant'Antonio, posta la centro di quello che era un tempo l'altar maggiore. Quest'ultimo è opera dello scultore Battista De Giorgi, mentre la statua del santo - posto al centro di un tempietto semicircolare e ritratto mentre, poggiato su una nuvola e circondato da dodici angeli, reca tra le braccia il piccolo Gesù - proviene dalla bottega milanese di Giuseppe Nardini.
Sui lati, due piccole logge poggianti ciascuna su tre possenti colonne (le uniche "intere", nel complesso del santuario) e ornate con trifore che fanno da legame tra i matronei della navata e il deambulatorio absidale. Alle loro estremità, otto statue di santi francescani. A destra: san Bonaventura da Bagnoregio, san Ludovico d'Angiò, san Bernardino da Siena e san Giacomo della Marca. A sinistra: san Pietro d'Alcantara, il beato Benvenuto da Recanati, san Giovanni da Capestrano e san Leonardo da Porto Maurizio. Sono opera dello scultore Angelo Colombo a cui si devono anche le altre ornamentazioni in cemento dell'area presbiteriale.
I dipinti che ornano la volta e il catino dell'abside - rappresentanti la morte e la glorificazione del santo - sono anch'essi di Attilio Andreoli.
Nel 1971, per adeguare lo spazio celebrativo alle norme liturgiche emanate a seguito del Concilio Ecumenico Vaticano II, si procedette ad una ristrutturazione del presbiterio e alla edificazione di un nuovo altare che fu poi "dedicato" il 6 dicembre dello stesso anno. Il compito fu affidato all'architetto Giovanni Muzio (1893 - 1982) e sotto la sua guida si procedette anche a un generale restauro del santuario: il raffinato e prezioso tabernacolo in marmo - un tempo al centro dell'altar maggiore - fu collocato al centro della parete sinistra e il pavimento del presbiterio fu arricchito da intarsi policromi in marmo, raffiguranti lo stemma dell'ordine francescano e altri simboli ecclesiali.
Nell'abside: il coro ligneo dedicato alla preghiera dei religiosi, capace di 42 posti e, al centro, l'organo a tre tastiere e 43 registri (op 718 del 1955) opera della ditta Vincenzo Mascioni di Cuvio (VA).
Tratto da
Supplemento al bollettino periodico "Sant'Antonio"
numero 1/2013
in distribuzione presso il Santuario.
Ho avuto la fortuna di frequentare la Basilica nei primi anni '60 fino al 1970 anno in cui con la famiglia ci siamo trasferiti. Ricordo padre Carlo che con i suoi insegnamenti mi ha permesso di fare la Prima Comunione e la Cresima. Ero stato nominato "capo" dei chierichetti e tutte le domeniche servivo la messa delle 9.00. Ricordo le processioni, il fantastico suono dell'organo e le messe accompagnate dal coro. E' dal 1970 che manco da Milano ma mi sono ripromesso di tornarci prossimamente e sicuramente tornerò a visitare quella che è stata la mia chiesa.
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