FRANCESCO E IL PRESEPE DI GRECCIO
Tutti conosciamo l'episodio del Natale di Greccio, quando Francesco volle celebrare in un modo nuovo la natività del Signore. Egli si rivolse ad un suo nobile amico, di nome Giovanni, signore della località di Greccio, e gli chiese di poter "vedere con gli occhi del corpo" la povertà e i disagi in cui era nato il Signore.
Fu dunque disposto il luogo per la celebrazione della veglia e della messa di mezzanotte, cui fu invitata la popolazione dei dintorni, che accorse festosa insieme ai frati, portando torce e fiaccole: si trovò una grotta, si dispose del fieno su una greppia che fungeva da altare, si collocarono accanto a quell'improvvisato altare l'asino e il bue, e si celebrò l'eucaristia, durante la quale Francesco stesso cantò il Vangelo e predicò su Gesù Re povero e su Betlemme città piccolina. Il racconto del biografo si conclude narrando anche la visione di un uomo presente, che vide Francesco risvegliare dal sonno un bambinello addormentato, prendendolo tra le braccia.
Questo Natale che san Francesco volle celebrare a Greccio è spesso ricordato come l'invenzione del presepio. In verità, di un presepio piuttosto singolare si tratta: è infatti un presepio senza statue. Francesco fa preparare la grotta e la mangiatoia, fa condurre il bue e l'asino, e in quella "scenografia" viene celebrata l'eucaristia, sopra la mangiatoia. E' l'eucaristia che sta al centro, e questo per una convinzione profonda di Francesco, sulla quale vale la pena di soffermarsi, perchè manifesta un aspetto importante del Natale, secondo l'intuizione del poverello.
Egli è infatti convinto che l'eucaristia ripete, in qualche modo, il mistero dell'Incarnazione, che contempliamo nel presepio di Betlemme; e su questo tema ritorna più di una volta nei suoi Scritti, che insistono su questo parallelismo tra incarnazione ed eucaristia.
Così Francesco si esprime nell'Ammonizione I (vv. 16-21: FF 144): "Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del padre sull'altare nelle mani del sacerdote". Secondo queste parole di Francesco, l'eucaristia riattualizza l'incarnazione nel grembo di Maria, con un chiaro parallelo tra i due eventi: "come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine".
Come l'incarnazione rende visibile il Dio invisibile, così avviene nell'Eucaristia, della quale più volte Francesco sottolinea che è il modo in cui è possibile "vedere corporalmente" qualcosa del Signore Dio (così nel Testamento 10: FF 113 o nella Lettera ai Chierici 3: FF207). La verità della carne di Cristo continua nel sacramento.; e la stessa fede che era richiesta ai contemporanei di Gesù per riconoscere in quella carne il Figlio di Dio, è richiesta oggi a noi per riconoscere nell'eucaristia il suo corpo e sangue. Quando parliamo di incarnazione, dunque, non è solo un fatto lontano: ci è accessibile anche oggi nell'eucaristia.
Accogliamo allora questo invito di Francesco a vivere il Natale di Gesù ogni volta che celebriamo l'eucaristia: per noi sarà un bel modo di condividere con san Francesco lo sguardo adorante e la gioia semplice che egli visse a Greccio.
Ma possiamo osservare anche altri aspetti che emergono dall'episodio di Greccio. Secondo Tommaso da Celano, il biografo che per primo ci narra quell'episodio, Francesco spiega così il suo intento al nobile amico Giovanni: "Se desideri che celebriamo a Greccio la presente festa del Signore, affrettati a precedermi e prepara diligentemente quanto ti dico. Voglio infatti far memoria del Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come fu posto sul fieno tra il bue e l'asino". Da queste parole, emerge che l'oggetto primo dell'interesse di Francesco è la povertà di Gesù e i disagi di quello straordinario neonato. La semplicità - povertà - umiltà che risplende nella scena di Greccio, prima ancora di essere quella di Francesco, è quella di Gesù. La povertà radicale, che affascina Francesco e che lo muove a mettere in piedi tutta questa "sceneggiata", è l'incarnazione del Figlio di Dio, che da grande e immenso si fa povero e piccolo.
Francesco ci invita così a lasciarci conquistare dalla povertà di Gesù: sarà questa la via per diventare anche noi un po' più poveri.
Le parole di Francesco manifestano anche la volontà di "far memoria" (il latino dice proprio "memoriam agere"), usando un'espressione che è tipica del mistero cristiano celebrato nella liturgia, quando obbediamo a Gesù che ci ha detto "fate questo in memoria di me". Si tratta di un compito essenziale della fede, che per certi versi è proprio un continuo far memoria del Signore Gesù. Il contrario della memoria è la dimenticanza, e sappiamo bene che il rischio dell'oblio è attualissimo, tipico del nostro tempo moderno: quella dimenticanza che si nasconde dietro la superficialità, l'esteriorità, l'incapacità di fermarsi che spesso contraddistingue la nostra vita travolta dagli impegni. Il proposito di Francesco, che voleva "far memoria" del signore nato a Betlemme, ci provoca e ci interroga: quanto la nostra fede è capace di far memoria del Signore nel tempo di oggi, con la stessa efficacia e creatività?
Merita attenzione anche il proposito, espresso da Francesco di "vedere con gli occhi del corpo" i misteri del Signore. Da questa esigenza nasce la volontà di rappresentare, con pieno coinvolgimento dei cinque sensi: la vista (le luci, le torce e le fiaccole di quella notte, l'ambientazione stessa della grotta, dell'asino e del bue), l'udito (i canti armoniosi dei frati e del popolo, il canto del Vangelo), il tatto (la visione del bimbo risvegliato e preso in braccio), addirittura il gusto (con Francesco che, secondo il biografo, si lecca le labbra ogni volta che pronuncia il nome di Gesù, quasi ad assaporarne la dolcezza). E possiamo pensare che anche l'olfatto avesse la sua parte, se non altro per la presenza degli animali accanto all'altare! Coinvolgimento totale, di tutto l'uomo, di tutte le capacità sensoriali e recettive dell'uomo, un coinvolgimento che diventa annuncio ed evangelizzazione. Forse per noi è anche un invito a rivedere l'intellettualismo di tanti modi di annunciare il vangelo o anche di pregare. Siamo invitati da Francesco a non avere paura dei sensi, ma a sviluppare un sano rapporto con i nostri sensi, quelli corporei e quelli spirituali, scoprendo così che gli uni rimandano agli altri.
Il presepio di Greccio è anche un chiaro invito a lasciare più posto alla creatività e alla novità, senza aver paura di quel che non si è mai fatto: nessuno aveva mai celebrato il Natale in quel modo, eppure l'intuizione geniale di Francesco diventa generatrice, se non del presepio in assoluto, certo della capacità di dare corpo alla rappresentazione, come il genio cristiano ha saputo fare nel corso dei secoli, in tante forme artistiche. Dare spazio anche ai sentimenti, senza avvilirci in celebrazioni seriose, ma con la capacità di dar voce alla gioia e al canto, alla celebrazione festosa, alla bellezza, da godere con tutti i sensi. E infine, forse soprattutto a noi francescani, ricorda anche che la povertà è bella: è anche esteticamente bella. A Greccio tutto parla di povertà, di semplicità, di mezzi molto poveri: eppure risplende sovrana la bellezza. Riusciremo anche noi a essere fedeli a questa "estetica della povertà" che Francesco ci insegna con eleganza e con semplicità, e che noi francescani siamo chiamati a testimoniare nel mondo di oggi, e anche nella chiesa di oggi, troppo spesso sovraccarica di inutili orpelli?
fr. Cesare Vaiani
Tratto da
Sant'Antonio, Bollettino del Santuario di Sant'Antonio da Padova
Via Carlo Farini, 10 - Milano
Tel. 02.65.51.145
numero 4/2013 - OTTOBRE -DICEMBRE
in distribuzione presso il Santuario.
CORO DI NATALE
Natale, Amore senza tempo
Coro dell'Università degli Studi di Milano Bicocca
Brani di G.P.da Palestrina, J. Pachelbel, G.F. Haendel, G. Fauré, G. Brahms, H. Berlioz, B. Britten, J. Rutter,
Organo: Stefano Borsatto
Direttore: Alessandra Zinni
Domenica 15 dicembre ore 16,oo
Basilica di S. Antonio di Padova via Carlo Farini ,10 Milano
Ingresso libero
ORARI DELLE CELEBRAZIONI NELLE FESTE NATALIZIE 2013/2014
MARTEDI' 24 DICEMBRE
18,30 S. Messa prefestiva
23,15 Veglia di preghiera / 24,00 S. Messa della natività
MERCOLEDI' 25 DICEMBRE, NATALE DEL SIGNORE
SS. Messe ore 7,3o/9,00/10,30 / 12,00 / 18,oo
Lodi mattutine ore 8,30 / Vespri dopo la messa vespertina
DOMENICA 29 DICEMBRE, SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH
SS. Messe ore 7,3o/9,00/10,30 / 12,00 / 18,oo
Lodi mattutine ore 8,30 / Vespri dopo la messa vespertina
MARTEDI' 31 DICEMBRE
18,30 S. Messa di fine anno e canto del Te Deum
MERCOLEDI' 1 GENNAIO, MARIA MADRE DI DIO
GIORNATA DELLA PACE
SS. Messe ore 7,3o/9,00/10,30 / 12,00 / 18,oo
Lodi mattutine ore 8,30
Dopo la messa vespertina, esposizione del Santissimo Sacramento, adorazione e celebrazione dei Vespri con canto del Veni Creator Spiritus.
DOMENICA 5 GENNAIO, II DOPO NATALE
SS. Messe ore 7,3o/9,00/10,30 / 12,00 / 18,oo
Lodi mattutine ore 8,30 / Vespri dopo la messa vespertina
LUNEDI' 6 GENNAIO, EPIFANIA DEL SIGNORE
SS. Messe ore 7,3o/9,00/10,30 / 12,00 / 18,oo
Lodi mattutine ore 8,30 / Vespri dopo la messa vespertina
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