Chissà quante persone hanno visto la statua di Sant'Antonio da quando, nel lontano 1930, fu collocata sopra il campanile del santuario! Stranamente orientato verso il nord, verso la periferia di Milano, verso i quartieri che si sarebbero sviluppati negli anni successivi, sant'Antonio guarda verso il futuro, verso e oltre i confini, uomo di frontiera.
Dall'alto del campanile continua a dominare con un colpo d'occhio miriadi di persone. La gente del quartiere di Porta Volta, che nei decenni si era fatta sempre più popolosa, tanto da richiedere che il nostro santuario diventasse parrocchia per questa zona della città, ma che poi ha iniziato a lasciare gli spazi delle abitazioni a uffici e banche, atelier di moda e negozi di modernariato, mentre i cinesi, dalla vicina Chinatown di via Paolo Sarpi si sono estesi fino a qui. I tanti poveri che ogni giorno si danno appuntamento al Centro S. Antonio, per trovare una persona amica a cui affidare le proprie miserie, un pasto caldo, dei vestiti dignitosi che la generosità anonima di tante persone consente di raccogliere nel guardaroba del Centro. I fedeli di ogni età, classe sociale e nazione che raggiungono il santuario per incontrare Dio nella preghiera e parlare con un frate, confessarsi e ricevere la benedizione dell'Onnipotente. I numerosi malati che hanno bisogno di cure ed esami medici presso la sede dell'ASL, proprio di lato al santuario. Coloro che si recano a trovare i loro cari defunti al Cimitero Monumentale, ma anche i tanti turisti che lo visitano come gioiello di architettura e scrigno di opere d'arte.
E poi i passanti che sostano per prendere il tram all'inizio della via, i bambini che riempiono di gioia il cortile di Qiqajon, le giovani modelle che si recano per il casting in via Maroncelli, le studentesse del Pensionato delle suore Stimmatine e gli studenti del Pensionato del nostro convento, gli impiegati e le segretarie che escono dagli uffici per la pausa pranzo, gli zingari che chiedono l'elemosina sul sagrato e al semaforo. E poi il popolo della notte, che parcheggia con fantasia lungo i marciapiedi di via Farini e davanti alla chiesa, perchè siamo a due passi da Corso Como e dai locali di tendenza della Milano che non dorme.
E poi ancora tanti tantissimi uomini e donne, che in questi decenni sono semplicemente passati di qua per caso, sono venuti apposta per un motivo importante o si sono fermati per più tempo, facendo del santuario e del convento il loro punto spirituale di riferimento. Quante persone, quante storie, quanti intrecci di vite ha visto sant'Antonio di lassù. Mi piace pensare che ne abbia parlato con Gesù, che tiene tra le braccia, indicandogli tutti quei volti che anche senza saperlo sono passati sotto il suo sguardo.
"Guarda, Gesù, quante persone passano laggiù. Sono spesso di fretta, con il loro bagaglio di preoccupazioni, di ansie per il futuro, di inquietudini. C'è anche qualche persona allegra, ma la maggior parte no, non lo è. Qualcuno butta l'occhio verso di noi e ci manda una preghiera. Non ascoltare quelli che, feriti dalla vita o troppo facili all'arrabbiatura, ti insultano maledicendoti. Sii per tutti loro quello che sei stato per me, dolcissimo Bambino Gesù: il sorriso d'amore di Dio. Prenditi cura di loro e di tutti i loro cari e, abbracciandoli con affetto, manda su di loro la tua benedizione".
In mezzo alla città che cresce vorticosamente verso l'alto, aggressiva metropoli di grattacieli e di boschi verticali, versione postmoderna dei giardini pensili di Babilonia, al limitare del centro storico e della periferia, in un crocevia di linee di comunicazione popolate da persone spesso non comunicanti, sant'Antonio è lì. Semplicemente sta lì, fra la terra e il cielo, segno silenzioso ma eloquente della misericordia di Dio e della sua tenerezza d'amore, faro luminoso di accoglienza verso tutti e messaggero di pace e di bene.
fr. Ernesto Dezza
Rettore del Santuario
Tratto da
Sant'Antonio, Bollettino del Santuario di Sant'Antonio da Padova
Via Carlo Farini, 10 - Milano
Tel. 02.65.51.145
numero 2/2013 - APRILE -GIUGNO
in distribuzione presso il Santuario.