UN BEATO TRA NOI
Nella nostra Basilica di Sant'Antonio, nell'altare di Santa Chiara, sul lato sinistro della chiesa, si conserva il corpo del Beato Sisto Brioschi, un francescano vissuto nel '400 e appartenente a quel grande movimento di rinnovamento dell'Ordine francescano conosciuto con il nome di Osservanza.
Il beato Sisto Brioschi nacque a Milano intorno al 1404. All'età di sedici anni, entusiasmato dalla predicazione infuocata di san Bernardino da Siena, che era giunto anche a Milano, per rinnovare i costumi e la vita cristiana, entrò tra i frati minori nel convento di Sant'Angelo, fondato proprio da san Bernardino. Tale convento non è da confondere con l'attuale sant'Angelo, ricostruito in zona più centrale a metà del '500; l'antico sant'Angelo che era un enorme convento con molti chiostri, si trovava nella zona tra l'attuale via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione, non lontano dal nostro Santuario di sant'Antonio. Fin dal suo noviziato frate Sisto mostrò di dedicarsi con zelo ed entusiasmo alla vita da lui abbracciata, con un progressivo esercizio delle virtù cristiana.
Dopo l'ordinazione sacerdotale, di cui non si conosce la data, nel 1436 fu inviato al convento di San Francesco in Mantova dove rimase per tutti i restanti 50 anni della sua vita. In quella città crebbe la sua fama di santità, anche per la notizia di suoi colloqui spirituali con Gesù e con sant'Andrea, che gli apparivano in visione. Questa fama di santità faceva accorrere molte persone a chiedere il suo consiglio e a confessarsi da lui: ebbe tra le sue penitenti anche la marchesa di Mantova.
Ebbe tra i suoi discepoli un altro frate venerato come beato dall'Ordine francescano e dalla Chiesa, il beato Bernardino da Feltre, e lo sostenne nell'opera meritoria della Fondazione dei Monti di Pietà in molte città. Anche a Mantova lo sostenne in questa impresa, nata nell'ambito dell'Osservanza francescana per porre un concreto rimedio all'usura. Quei grandi frati predicatori, che predicavano contro l'usura, si resero infatti conto ben presto che non bastava fare infuocati discorsi, ma che bisognava fare qualcosa di concreto per aiutare quei commercianti e quel mondo mercantile che stava crescendo nelle città e che finiva inesorabilmente vittima degli strozzini, quando c'era bisogno di denaro. I Monti di pietà svolgevano così una funzione che oggi chiameremmo di "microcredito" e che era essenziale per lo sviluppo economico delle città del Rinascimento. E' interessante trovare proprio i francescani dell'Osservanza all'origine di queste iniziative.
Il beato Sisto fu spesso incaricato del compito di Guardiano (cioè di responsabile) nel convento mantovano e guidò con accesa carità la famiglia religiosa affidata alle sue cure.
Così parla di lui un antico cronista: "Vecchio e destituito di forze questuava pane, vino e legna per i poveri frati, portando le bisacce sulle sue spalle. Lavava i piedi degli ospiti del convento, li serviva alla mensa, e per loro esercitava, da buon padre, tutti quegli offici che esigeva la carità fraterna. Con viscere di fraterno amore serviva agli infermi, non sdegnava di pulire con le proprie mani anche i vasi più immondi vincendo la naturale ripugnanza. "
Morì il 22 novembre 1486 nel convento di Mantova, in grande fama di santità. Il suo corpo fu trasferito nella Basilica di sant'Antonio a Milano fin dalle origini della sua costruzione e la venerazione pubblica del suo corpo fu confermata da San Pio X il 9 ottobre 1912: la nostra basilica è il luogo deputato a fare memoria liturgica, ogni anno, di questo beato.
La presenza di queste reliquie accanto a noi accresca anche il nostro desiderio di santità e ci aiuti a crescere nella capacità di essere testimoni geniali e creativi del Vangelo.
Tratto da Sant'Antonio N. 4 OTTOBRE-DICEMBRE 2013
BOLLETTINO DEL SANTUARIO DI SANT'ANTONIO DA PADOVA
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